Per noi appassionati di telecomunicazioni il cavo sottomarino è l'espressione storicamente più affascinante relativa all'estensione geografica della trasmissione delle informazioni. Ancora oggi si tende, erroneamente, a pensare che il traffico dati (Internet in primis) sfrutti esclusivamente le comunicazioni satellitari. Tutto questo è in parte vero (le comunicazioni marittime ad esempio ormai usano quasi totalmente questa tipologia di collegamento): dove però è necessaria bassa latenza, quindi ritardi minori nella trasmissione, maggiore sicurezza alle intercettazioni e, principalmente, una larghezza di banda considerevole (sull'ordine ormai dei Tbps...) il cavo rimane insostituibile.
Ecco qualche immagine del mio spezzone di cavo dell'inizio del '900 che ben evidenzia la struttura a strati atta a proteggere e consentire la posa ed il funzionamento del cavo negli abissi marini: si tratta di un campione di cavo, detto anche canapo, usato per le linee telegrafiche sottomarine, formato da un’anima di filo di rame, protetto da un inviluppo coibente e coperto esternamente da un’armatura di fili di iuta e di grossi fii di ferro avvolti a spire che danno al cavo la robustezza necessaria affinché non si rompa, sotto il proprio peso, durante l’immersione.